Comitati di Gubbio: La parola alla scienza

19/10/2020

Prima di tutto la salute.

“Non sappiamo come sarà la vita dopo la pandemia”. Raniero Regni, in rappresentanza dei Comitati di Gubbio così conclude gli interventi del Convegno “Prima di tutto la salute, la scienza per la difesa dell’ambiente e dei beni comuni”, che si è svolto il 17 ottobre a Gubbio, presso il Centro Servizi S. Spirito. Citando prima il filosofo tedesco P. Sloterdijk, poi Papa Francesco: “Da una crisi non si esce uguali. O si esce migliori o si esce peggiori”, il prof. Regni sostiene che “Una crisi è un’occasione da non perdere per diventare migliori. Delle crisi bisogna approfittare, ma per apprendere nella crisi, come afferma lo storico Franco Cardini ‘bisogna impegnarsi’. Noi, come comitati, faremo la nostra parte ma faremo anche appello a tutti i cittadini e alle istituzioni perché facciano la loro, per difendere il fondamentale diritto alla salute”. Un convegno molto partecipato quello di Gubbio, nel rispetto delle normative anti Covid, con tanta gente desiderosa di apprendere e comprendere, un convegno le cui conclusioni sono evidenti: la conoscenza scientifica dello stato di inquinamento e di salute del territorio deve precedere e guidare le decisioni. Con questo convegno i comitati di Gubbio sono andati oltre l’opposizione all’uso del CSS combustibile, c’è stata un’analisi attenta di quello che è lo stato di inquinamento del nostro territorio, a difesa e protezione di tutti i cittadini. La parola è stata data alla scienza e una scienza al più alto livello. IL prof. Pier Giuseppe Pelicci co-direttore scientifico dell’Istituto europeo di oncologia, ha incentrato la sua relazione sulle cause dei tumori, attribuendo all’ambiente un 40% di responsabilità nella eziologia oncologica. Ambiente che deve essere ancora attentamente valutato nelle sue manifestazioni carcinogene poichè interagisce con altre cause, genetiche e legate agli stili di vita. Il prof. Fabrizio Bianchi epidemiologo dell’Istituto di fisiologia clinica del CNR di Pisa, ha evidenziato la multifattorialità delle alterazioni mutagene e teratogene del DNA, ma soprattutto ha puntualizzato che non solo vanno prese in considerazioni le alterazioni del genoma umano ma anche l’epigenetica, intesa come espressione genica condizionata dall’ambiente. Il professore ha detto che in letteratura scientifica sono stati abbastanza studiati gli effetti delle emissioni delle industrie cementiere sull’ambiente, ma c’è ancora molto da fare e comunque è opportuno che si utilizzino tutte quelle procedure, supportate da leggi come il D.L.vo 104/2017, che auspicano l’adozione di metodologie di studio volte alla determinazione di impatto ambientale e impatto sulla salute (VIA e VIS) di attività industriali potenziali fonti di inquinamento. Il Dr. Federico Valerio chimico ambientale presso l’ Ecostituto Reggio Emilia – Genova ha fortemente rimarcato l’elevata portata inquinante delle emissioni derivanti dalla combustione del CSS, un prodotto di derivazione della frazione indifferenziata dei rifiuti che può essere impiegato come combustibile alternativo/integrante del pet-coke. La normativa vigente non consente un puntuale controllo di questo materiale e il rischio che possa finire nel processo produttivo delle cementerie un CSS capace di rilasciare nell’ambiente metalli pesanti particolarmente pericolosi, come tallio, cadmio, mercurio, è elevato come attestano studi eseguiti in altri territori italiani. La ricerca scientifica sta mettendo in campo una notevole quantità di esperienze pilota, in merito all’impiego di fonti energetiche alternative alle classiche fonti di energia fossile, che possono essere utilizzate dalle imprese avvedute per ricorrere a fonti meno inquinanti, molto più sicure in termini di emissioni e di residui liberati dai fumi di combustione a livello territoriale.

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Ultimo aggiornamento
21/12/2021