SOTTOSCRITTO DA DUE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO UN DOCUMENTO CON PROPOSTE SU QUESTIONE ‘CANILE’ INVIATO A SINDACO, GIUNTA E CONSIGLIERI COMUNALI

17/04/2018

E’ stato sottoscritto  da due associazioni di volontariato  ‘GUBBIO SOCCORSO  –  sezione ambiente e animali’  e   ‘AMICI DI CESARE’  un documento congiunto, inviato a sindaco, giunta e consiglieri comunali,  per contribuire alla risoluzione della questione  ‘canile di Gubbio’, esplosa dal dicembre 2017 e che in 5 mesi  sembra non aver trovato  pacificazione.   Le 2 associazioni  eugubine si mettono in gioco e  a disposizione della collettività,   nello spirito di massima collaborazione anche con proposte e suggerimenti,    auspicando un superamento della situazione di stallo e controversie, che va a scapito dei animali ospiti della struttura.  «Siamo amareggiati e dispiaciuti  – si legge nel documento   – che nel ‘tritacarne’  delle esasperazioni mediatiche sia finita la città di Gubbio e chi la rappresenta;  non pensiamo che colpe e meriti stiano tutti  solo da una parte né vogliamo disconoscere il lavoro fin qui fatto,  ma crediamo che vadano ristabilite verità e responsabilità, con serenità,  spirito di collaborazione e  assunzione  tempestiva di decisioni concrete per risolvere alcune criticità evidenziate e condivise, a più riprese, dagli stessi  soggetti  preposti.  Ci riferiamo a problematiche del canile che sono, tanto per citare alcuni esempi,  strutturali (climatizzazione  inverno / estate e igienizzazione), sanitarie  (profilassi,  cura di malattie e lesioni incidentali, mancata sterilizzazione obbligatoria dal 2016 per legge di cani maschi),  di socializzazione degli animali e adeguata sgambatura (mancanza di volontari in numero sufficiente per  prendersene cura e assicurare la presenza soprattutto in ore pomeridiane).  La ‘fotografia’ del canile rivela una situazione tutt’altro che di ‘stallo temporaneo’, come indica la legge.  Se  regole ci sono e sicuramente ci debbono essere e  vanno rispettate, ci sarebbe piaciuto che fossero state applicate per prime a vantaggio dei cani e non tanto per difendere le proprie posizioni! » Nel documento vengono anche suggerite alcune misure e interventi di prevenzione  che  potrebbero contribuire non solo a migliorare le condizioni di vita dei cani, ma anche   a  «ribaltare il paradigma secondo il quale l’unico modo per combattere il randagismo sia quello di catturare i cani e  rinchiuderli dentro un canile, spesso in attesa di adozioni che non arriveranno mai.  Occorre una  modalità di gestione  ‘virtuosa’  ripensata nei modi e negli scopi, che punta a creare una rete sul territorio, con un sistema  di controlli e collaborazioni,  in grado di dar vita a un volano positivo di situazioni che ‘svuotano’  i canili, consentendo agli amministratori locali di risparmiare  soldi pubblici, che sono poi  dei contribuenti,  destinati al mantenimento dei cani in canile.  Non stiamo parlando della ‘luna nel pozzo’ ma di esperienze reali adottate con successo in diversi Comuni d’Italia  con il progetto  ‘Zero cani in canile’:  ‘basta’ cani rinchiusi, ‘si’ al coinvolgimento di persone, organizzazioni, aziende, agriturismi  e amministrazioni pubbliche;  strutture e realtà  che diventano ‘animal friendly’ ».

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Ultimo aggiornamento
21/12/2021