Ali Gubbio, Cecchetti fa chiarezza sulla vicenda

La ricostruzione della storia venerdì in Consiglio Comunale: “Il Comune si è sempre comportato a norma di legge, senza commettere errori, inadempienze né inesattezze di nessun tipo”.
19/02/2024

Una storia che si protrae da anni anche in sede giudiziaria, sulla quale però, come precisa l’assessore, “la sentenza del 6 Novembre 2023 della Corte d’Appello di Perugia ha messo un punto definitivo”.

GUBBIO (19/02/2024) – L’assessore al Patrimonio Rita Cecchetti fa chiarezza una volta per tutte sulla questione del campo volo di Cipolleto, gestito fino ad alcuni mesi fa dall’associazione Ali Gubbio tramite affitto, in un’area che è parte di proprietà del Comune e parte di proprietà della Curia diocesana. Si tratta di una vicenda che si protrae da anni anche in sede giudiziaria, sulla quale però, come precisa l’assessore, “la sentenza del 6 Novembre 2023 della Corte d’Appello di Perugia ha messo un punto definitivo”.

Cecchetti ricostruisce la storia: “La disponibilità del terreno in questione era stata acquisita da Ali Gubbio (o, più precisamente, dal suo comitato promotore) nel 1993 mediante comodato d’uso e successivamente tramite contratto di locazione. Negli anni, così come segnalato dagli stessi residenti di Cipolleto, sono stati costruiti sullo stesso terreno una serie di fabbricati e capannoni abusivi. E’ la stessa sentenza della Corte d’Appello a confermare che non è vero, come sostenuto dall’associazione, che tali impianti fossero preesistenti alla stipula del contratto, e a provarlo ci sono sia i confronti tra le foto aree fatte negli anni, sia le segnalazioni arrivate dagli abitanti della zona, a Cipolleto. “D’altronde – si legge testualmente – il confronto (tra le foto aeree del 2000 e del 2005) “non lascia spazio a dubbi interpretativi: nel 2000 l’unica costruzione esistente consisteva in un capannone dalla struttura precaria, mentre nel sopralluogo poi effettuato dal Comune il 25.9.2007 veniva accertata la presenza dei seguenti manufatti abusivi: 1 capannone in pannelli a onduline e ferro su platea di cemento; 4 hangar in lamiera con copertura semicircolare; una torretta di controllo; un prefabbricato con forno e tettoia; una strada di accesso e zona parcheggio asfaltate”.

A seguito dunque della segnalazione arrivata dai residenti, il Comune ha emesso nel 2007 una prima ordinanza di demolizione delle opere abusive, impugnata da Ali Gubbio con un ricorso al T.A.R. che si è estinto nel 2018 con conseguente consolidamento dell’atto sanzionatorio. Nel dare esecuzione all’ordinanza del 2007 il Comune ha constatato che non solo quelle opere non erano state abbattute, ma addirittura che ne erano state edificate di nuove. Di conseguenza il Comune nel 2021 ha emesso per queste una seconda ordinanza di demolizione. Anche questa è stata impugnata da Ali Gubbio con un nuovo ricorso al T.A.R., ma anche questa si è definitivamente consolidata perché il T.A.R. nel 2022 ha respinto il ricorso e Ali Gubbio non ha proposto alcun appello al Consiglio di Stato.

Per quanto afferisce al contratto di affitto, è stato disdetto dal Comune di Gubbio in data 24/6/2021. Ali Gubbio ha a quel punto intentato tutta una serie di cause sostenendo che il contratto non poteva essere disdetto perché si era nel frattempo rinnovato fino al 16/02/2028, ma sia il T.A.R., sia il Tribunale Civile, sia la Corte d’Appello hanno univocamente dato torto all’associazione, che nel frattempo si è “scissa” a causa di discussioni interne.

In definitiva, come recita letteralmente e definitivamente la sentenza della Corte d’Appello del 6 Novembre 2023, non c’è stato da parte del Comune di Gubbio nessun inadempimento né comportamento illegittimo, tanto è vero che non solo l’appello proposto da Ali Gubbio è stato rigettato, ma la stessa associazione è stata condannata al pagamento delle spese processuali per un importo pari a 12.800 euro. L’Ente si è dunque negli anni sempre comportato a norma di legge, senza commettere errori, inadempienze né inesattezze di nessun tipo, e nulla più di una sentenza della Corte d’Appello può certificarlo”.

 

 

 

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Ultimo aggiornamento
19/02/2024