‘IPPOVIA SLOW’ SUL ‘SENTIERO DI FRANCESCO’ TURISMO SOSTENIBILE CHE VALORIZZA UN TRACCIATO IMPORTANTE

11/09/2017

Non solo a piedi, come fanno i pellegrini che percorrono ‘La Via di Francesco’, ma anche a  cavallo,  lungo i 50 chilometri del tracciato che fu percorso da San Francesco fino a Gubbio: un bel progetto di turismo sostenibile che valorizza ulteriormente il Sentiero francescano, partendo proprio dal tratto Gubbio-Valfabbrica-Assisi, con l’obbiettivo di estendersi poi in futuro anche a nord e a sud. E così l’Umbria avrà la sua prima ippovia riservata ai turisti a cavallo,  ripercorrendo il percorso dei luoghi di vita del Santo. A realizzarla sarà Sviluppumbria insieme a quattro Comuni umbri, che hanno firmato un protocollo d’intesa a Perugia.  C’è un mezzo di locomozione ideale per chi vuole davvero assaporare tutto il gusto di una vacanza “slow”, che aiuti ad apprezzare le bellezze culturali e paesaggistiche di un territorio, a riscoprire il fascino dell’esplorazione e il volto migliore delle tradizioni che l’Italia sa offrire: è il cavallo. Un animale con cui l’uomo per secoli ha costruito un rapporto speciale. E allora perché non inventarsi un modo per rinsaldare quel legame? In Umbria hanno deciso di provarci, trasformando in realtà un’idea suggestiva: costruire un’ippovia che si inserisca nella rete organizzata di percorsi escursionistici segnalati ed estesi a tutto il territorio regionale. Il percorso sarà uno dei più suggestivi per i turisti che visitano la regione, per motivi sia culturali sia religiosi: la Via di Francesco, che attraversa l’Umbria verso la Valle Santa di Rieti, fino a raggiungere la tomba dell’apostolo Pietro a Roma. Il cammino permette di arrivare ad Assisi, località che più di ogni altra evoca in ogni suo angolo la vicenda umana e spirituale del Santo, partendo sia da Nord (dal Santuario de La Verna in Toscana, passando per Gubbio e Valfabbrica), sia da Sud, iniziando il percorso da Roma. Sul percorso, saranno previsti tutti i servizi necessari a rispondere alle esigenze di cavalli e cavalieri: punti di sosta e di ristoro, una rete di assistenza con maniscalchi e studi veterinari. In base alle caratteristiche del territorio, ogni tratto dell’ippovia sarà inoltre identificato, segnalandone il livello di difficoltà (molto facile, facile, difficile, molto difficile), il dislivello presente, la pendenza e l’inclinazione del versante, la lunghezza, la presenza di guadi, il tempo di percorrenza. Per cavalli e cavalieri sarà prevista la credenziale e l’attestato di fine cammino. «L’Umbria ha caratteristiche molto appropriate per sviluppare forme di escursionismo a cavallo, in parallelo con quello pedonale e ciclabile. Lo sviluppo di infrastrutture per la mobilità, che permettano un approccio sostenibile, facilita senz’altro un tipo di fruizione capillare ed equilibrato del nostro territorio, ricco di elementi storici, artistici, ambientali e paesaggistici», ha spiegato Cristina Giulianelli, Area Promozione Integrata e Turismo di Sviluppumbria, agenzia regionale per la competitività e la crescita economica, a margine della firma del protocollo d’intesa, avvenuta oggi a Perugia e alla quale hanno preso i rappresentanti delle istituzioni coinvolte nel progetto (oltre a Sviluppumbria, anche la Regione Umbria e i Comuni di Assisi, Gubbio, Nocera Umbra e Valfabbrica). «L’iniziativa – ha proseguito Giulianelli – è anche una grande opportunità per lo sviluppo economico locale, a patto che non sia frammentata ed episodica ma sia inserita in un vero e proprio sistema di turismo integrato».  «Non vanno poi sottovalutate nemmeno le ricadute positive in termini ambientali: mettere a sistema itinerari percorribili a piedi, in bicicletta e a cavallo può assicurare un incremento delle presenze di turisti, e può aiutare la nascita e il consolidamento di servizi turistici», commenta il sindaco di Valfabbrica, Roberta Di Simone, Comune capofila – insieme alla Regione Umbria – nell’ideazione e nello sviluppo del progetto intitolato “Un valido alleato per favorire il radicamento della popolazione in loco, primo presidio per la tutela del territorio, preservandolo dagli innumerevoli rischi connessi all’abbandono”.

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