Le immagini che ci sono pervenute dalla Basilica di Sant’Ubaldo, dove abbiamo visto raccolti i ceraioli più giovani, che lì si sono ritrovati per un saluto sincero al patrono, ci riempiono di emozione, di gratitudine e di orgoglio civico. Ceri mezzani e Ceri piccoli non sono appendici della grande Festa del 15 maggio, non sono divertimenti, sono una vera e propria scuola per nuove leve, la stessa che ha forgiato e temprato tutti i ragazzi e le ragazze di Gubbio. Nell’anno che passerà alla storia, a Gubbio, come l’anno senza Ceri, aver riempito il vuoto con semplicità, ricordando in raccoglimento il cittadino più grande, Ubaldo – origine e fine dei nostri straordinari riti -, è segno di genuino affetto e attaccamento alla città, alla sua storia, alla sua civiltà. E’ un segno di grande speranza per Gubbio e al contempo ci sprona a continuare, con fermezza, l’opera di educazione ceraiola dei nostri figli. Permettetemi dunque di ringraziare i capodieci dei ceri Mezzani e dei ceri piccoli con rispettivi capocetta che non solo hanno avvalorato la scelta della semplicità e sobrietà che la comunità eugubina ha avuto come obiettivo in questo anno difficile ma che ci consegnano un forte sentimento di speranza nel futuro che sarà caratterizzato da un attento lavoro educativo e di crescita sui valori che la Festa ci trasmette da secoli
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Ultimo aggiornamento
21/12/2021
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