Che le ‘Tavole Eugubine’ siano il documento più remoto esistente al mondo, con le quattromila e quattrocento parole che le compongono, scritte con antichi alfabeti e in particolare con una lingua del popolo umbro discendente dagli indoeuropei, è un’affermazione inconfutabile quanto importantissima per il valore inestimabile e testimoniale di unicità che riveste, paragonabile alla Stele Egizia di Rosetta. Mentre quest’ultima è nota in tutto il mondo, non lo sono altrettanto le sette Tavole in bronzo, che il Comune di Gubbio acquistò con atto notarile nel 1456 e che si trovano attualmente nel Palazzo dei Consoli. Realizzate dal III al I sec. a.C., ma i cui contenuti risalgono a molto prima, le Tavole sono state negli ultimi anni al centro dell’attenzione dell’I.R.D.A.U. – Istituto di Ricerche e Documentazione sugli Antichi Umbri, costantemente impegnato nel compito di promozione, studio e divulgazione dei loro contenuti e del mondo affascinante che esse rappresentano. Per tutti gli sudiosi, valga il linguista Giacomo Devoto che considera le ‘Tavole Eugubine’ come il “più importante testo rituale di tutta l’antichità”. Consapevole della portata di significati che esse ricoprono non solo per la città di Gubbio, ma in quanto patrimonio storico e culturale del mondo intero, il Comune di Gubbio ha elaborato un progetto complessivo con ‘CETI – CENTRO ESPERIENZIALE TAVOLE IGUVINE’, che troverà accoglimento negli spazi comunali attualmente occupati dall’Archivio in via Lucarelli. « Il progetto di valorizzazione delle ‘Tavole’, ferma restando la centralità di Gubbio – spiegano il sindaco Stirati e l’assessore Ancillotti – ha un respiro regionale e nazionale che coinvolge un’area vasta collegata alle Aree Interne e si estende a tanta parte dell’Umbria e delle Marche. E’ positivo che altri Comuni, come Gualdo Tadino, abbiano già sviluppato un cammino di approfondimento tematico, con un allestimento espositivo appropriato e che entrerà a pieno titolo nel percoso da tracciare. La prospettiva è, infatti, anche quella di proporre itinerari “turistici” legati alla cultura degli Umbri pre-romani, che colleghi l’area umbra attuale, a sinistra del Tevere, alle fasce interne marchigiane, strettamente legate a Iguvium. Il CETI ha la finalità di rendere disponibile al visitatore un luogo multimediale, in uno spazio ed un allestimento adeguati, non di natura “museale” in senso tradizionale, ma di natura documentale in senso moderno, entro il quale le migliaia di parole scritte nelle ‘Tavole di Gubbio’ divengano voci, suoni, immagini, filmati e quant’altro possa trasmettere la conoscenza del mondo degli Antichi Umbri riflesso nelle Tavole Iguvine e dei popoli italici collegati, Piceni, Tadinati, Naharki ». L’allestimento del CETI si svilupperà lungo un percorso di vari ambienti, in ognuno dei quali è reso fruibile un singolo nucleo contenutistico delle Tavole Iguvine o una specificità culturale scaturita dai testi delle Tavole. In diversi punti della visita saranno previste mappe illustrative del territorio, dalla valle del Savio in Romagna, alla valle del Vomano in Abruzzo, toccando le coste adriatiche. Le ‘sette’ lastre in bronzo offrono il primo indizio di una realtà geopolitica nell’Italia pre-romana e in tale chiave vanno intese, come volano di conoscenza geografica dell’Italia mediana, strumento di valenza non solo regionale, ma anche nazionale e di interesse mondiale.
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