Oggi pomeriggio il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri ha fatto visita all’Ufficio del Giudice di Pace nei locali comunali dell’ex seminario a San Martino, in via Cavour e a riceverlo, tra gli altri, c’erano il sindaco Filippo Mario Stirati e il Giudice di Pace Cristiana Cristiani, insediata dai primi di gennaio. Presenti anche il sindaco di Gualdo Massimiliano Presciutti, il sindaco di Pietralunga Mirko Ceci, l’onorevole Walter Verini, l’onorevole Benedetti Valentini, alcuni consiglieri comunali di Gubbio, il giudice Sergio Matteini Chiari e vari avvocati del territorio. « Si suggella oggi con la presenza del sottosegretario Ferri, il lavoro di squadra e lo sforzo collettivo che ha portato al raggiungimento del fondamentale obiettivo della riapertura della sede eugubina del Giudice di Pace – ha sottolineato il sindaco Stirati – e voglio ringraziarlo proprio per l’impegno e l’attenzione che ci ha sempre assicurato. Determinante è stato anche l’onorevole Verini sempre presente nella varie fasi, insieme ad altre figure istituzionali di primo piano. E’ stato un intenso lavoro sinergico dei sindaci dei Comuni interessati: oltre Gubbio quale comune capofila, Gualdo Tadino, Fossato di Vico, Sigillo, Costacciaro, Scheggia e Pascelupo, Pietralunga. Voglio ricordare anche il lavoro svolto dall’assessore del Comune di Gubbio Lorena Anastasi, oggi assente per motivi di salute, che ha seguito in prima persona le varie fasi progettuali e organizzative per l’attivazione della sede e per gli aspetti di funzionalità del servizio. Abbiamo raggiunto un obiettivo storico non facile e non scontato e possiamo guardare avanti con fiducia per questo ruolo di primo piano riconquistato sul fronte della giustizia, a vantaggio della collettività, del mondo giudiziario e dell’intero territorio ». Il sottosegretario Ferri ha elogiato la capacità di coesione tra sindaci e si è complimentato per aver dimostrato consapevolezza e unità d’intenti per un obiettivo comune: «Ci avete creduto e il risultato raggiunto ripaga gli sforzi. Non tutti ci sono riusciti o hanno dimostrato di aver capito l’importanza di un tale riferimento per la collettività. La figura del Giudice di Pace è un asse fondamentale del sistema della risposta nella giurisdizione e si incardina in un lavoro di riforma che abbiamo in parte realizzato, anche se va completato e perfezionato. Ma c’è un futuro in crescita in termini di ampliamento di competenze e di innalzamento dei valori delle cause da trattare, di modernizzazione telematica, di ampliamento degli organici, di adeguamento dello status giuridico che andrà discusso poiché alcune problematiche avanzate non vanno sottaciute anche se non potranno essere completamente accolte. Da qui parte un messaggio di legalità e anche di stimolo per l’economia e per le prospettive future, soprattutto per i giovani. Dove c’è sicurezza, c’è anche maggiore integrazione e accoglienza, dunque c’è crescita di solidarietà».
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Ultimo aggiornamento
21/12/2021
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